Mobilitazione per Assange anche a Firenze

Come tutti, siamo anche noi profondamente addolorati dal gravissimo incidente sul lavoro sul cantiere di Via Mariti. Per rispetto alla giornata di lutto cittadino, avremmo quindi rinviato il nostro presidio ma proprio la prossima settimana, tra il 20 e il 21 febbraio, la Corte Suprema di Londra deciderà se Julian Assange ha esaurito ogni possibilità di opporsi all’estradizione negli Stati Uniti.

Il presidio quindi si è svolto quindi oggi in Piazza Santissima annunziata a partire dalle 15: 30.

Abbiamo ribadito che il giornalismo non è reato. Abbiamo chiesto che la richiesta di estradizione sia respinta, le accuse annullate e Assange scarcerato.

Il 6 giugno del 2023 l’Alta Corte del Regno Unito ha rigettato il primo appello di Assange contro il mandato di estradizione, firmato dall’allora ministra dell’Interno Priti Patel nel giugno 2022. Se venisse estradato, Assange potrebbe passare il resto della vita in carcere per l’accusa di aver pubblicato nel 2010 documenti segretati resi noti tramite Wikileaks. Assange si trova, quindi, in un momento critico della sua vicenda giudiziaria. Se dovesse perdere l’appello, tutte le vie legali nel Regno Unito sarebbero concluse e dovrebbe presentare formale ricorso alla Corte europea dei diritti umani per opporsi all’estradizione. Non è tuttavia chiaro se tale Corte vorrà garantire delle “misure ad interim” per fermare l’estradizione prima che la sua istanza sia giudicata ammissibile e poi valutata nel merito. L’offerta da parte degli Stati Uniti di una “assicurazione diplomatica” potrebbe bloccare l’adozione di tali misure e in tal caso Assange correrebbe il rischio di un’immediata estradizione e conseguente detenzione negli Usa.

La pubblicazione da parte di Wikileaks di documenti rivelati all’organizzazione da altre fonti rientra nella condotta che giornalisti investigativi ed editori possono legalmente tenere nell’ambito della loro attività professionale. Le accuse di spionaggio e di frode informatica contro Assange sono motivate politicamente e violano il diritto alla libertà di espressione. Inoltre, possono avere una “grave ricaduta” sulla libertà dei media a livello globale, spingendo giornalisti ed editori ad autocensurarsi per evitare il rischio di denunce.

Potete firmare questo appello:

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